mercoledì 27 ottobre 2010

Nona lezione: 22-10-2010

Tentativi di costruire motori perpetui. Prime affermazioni sull'impossibilità: Leonardo, Cardano, Stevino. La dichiarazione dell'Acadèmie des Sciences del 1775. L'analisi di Planck del 1887.

1 commento:

  1. La prova dell’esistenza di Dio!!!



    Ecco il reboante titolo che da questa mattina riempie ogni giornale.

    Il principio di conservazione non è vero!!!

    Dopotutto ce lo si sarebbe potuto aspettare, voglio dire: in fin dei conti era solo una congettura. Un principio più filosofico che fisico, più metafisico che reale. Da Democrito ed Epicuro sino a Cartesio, Newton e Leibniz, un percorso di verificazione che è partito dal sapiente creatore, per passare al moto dei corpi celesti, ai fluidi, che ha tirato in ballo l’incedere degli animali e anche diversi enti fisici e matematici come la quantità di moto, ma che è terminato, al massimo, con il corroborare tale principio e mai verificandolo. Un percorso che si è progressivamente allontanato da Dio per immergersi nella natura e nel suo linguaggio. Quanta fatica per distinguerlo dal principio d’inerzia, quanto tempo per dargli una parvenza veritiera, eppure adesso, tutto è chiaro.

    Furono molte le macchine e gli esperimenti che vennero costruiti per cercare di indagare questo principio, per trovarne il contro esempio oppure per verificarlo. Infiniti gli errori. Uno per tutti l’esperimento di Stevino della catenella sul triangolo: un evidente caso di ingenuità nella dimostrazione della sua tesi a favore dell’impossibilità del moto perpetuo. Già Haas riconobbe l’illogicità del ragionamento di Sevino che, per dimostrare l’impossibilità di tale moto, lo assunse come ipotesi sotto le mentite spoglie dell’equilibrio. E’ evidente che l’unica cosa che riuscì a dimostrare Stevino è la condizione di equilibrio dei corpi su un piano inclinato ma, da questo, ad affermare la necessità di tale equilibrio, il passo è molto arduo, impossibile. In ogni caso, come sempre in questi casi, bisogna dare atto a Stevino di aver provato a giustificare tale principio con le leggi di natura e non facendo ricorso a quei principi trascendenti di carattere metafisico e dogmatico a cui ci avevano abituato gli antichi.

    E’ ovvio che da oggi però, tutto è cambiato, non solo l’energia (o la materia, dopo Einstein, che dir si voglia) si crea, ma essa si può anche distruggere. E’ provato, è verificato, è così!!!

    L’alba di una nuova era è nata; dopo la fisica di Newton ed Einstein, l’umanità si deve ora preparare alla fisica di un nuovo universo senza stabilità, un universo dove l’energia si può creare in continuazione e dove la materia è stata creata dal nulla, un universo non più chiuso su se stesso ma rettilineo, con un origine e forse con una fine. Un universo orientato a raggiungere uno scopo. Forse, nato per traguardare quell’obbiettivo.

    E’ in questo scenario che ora gli uomini tutti hanno un’opportunità in più per conoscere davvero quel motore immobile, primo. Forse, oggi, abbiamo la prova.

    RispondiElimina